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Pubblicato:

15 Ottobre 2025

Aggiornato:

15 Ottobre 2025

Spari e morti in mare. Sea Watch elenca le violenze in aumento della ‘guardia costiera’ libica

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Spari e morti in mare. Sea Watch elenca le violenze in aumento della ‘guardia costiera’ libica

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    Spari e morti in mare: Sea Watch denuncia le violenze della guardia costiera libica

    Bruxelles – L’organizzazione non governativa tedesca Sea Watch ha pubblicato un report di 31 pagine che denuncia l’aumento delle violenze della guardia costiera libica contro i migranti diretti verso l’Europa. Il report elenca 60 incidenti avvenuti in nove anni, dal 2016 al 2025, in cui le autorità di Tripoli e Cirenaica hanno intercettato in maniera aggressiva le imbarcazioni di migranti in acque internazionali.

    I guardacoste libici hanno riportato illegalmente i migranti nei porti africani dopo averli intercettati. Il tempismo della pubblicazione del rapporto non sembra essere casuale, poiché oggi la Commissione europea ospiterà una delegazione libica per delle “visite tecniche” a Bruxelles. La delegazione include anche rappresentanti della fazione ribelle del generale Haftar, che controlla circa tre quarti del Paese.

    Il rispetto dei diritti umani sembra non essere la priorità per i libici, come confermano i documenti raccolti da Sea Watch. Le vedette della guardia costiera, finanziate in parte dall’Unione Europea, sono state coinvolte in 60 incidenti in nove anni, con casi di spari, speronamenti e morti nel Mediterraneo. A svolgere le operazioni sono piccole milizie private o la stessa guardia costiera libica, con finanziamenti e mezzi forniti dagli stati europei.

    I trattati siglati tra Italia, UE e Libia hanno un valore complessivo di circa 53 milioni di euro. Inoltre, l’Italia ha fornito un importante aiuto materiale, tra cui sette motovedette di grandi dimensioni e venti unità più piccole. Proprio con una nave ceduta dall’Italia, i guardacoste libici avevano aperto il fuoco contro la Ocean Viking il 26 agosto, senza provocare morti o feriti.

    Un episodio grave avvenne il 21 ottobre 2016, quando la guardia costiera libica salì su un gommone diretto verso l’Italia e iniziò a bastonare le 150 persone a bordo. Quattro furono le vittime accertate, ma è possibile che il numero effettivo sia compreso tra 15 e 25, poiché molte persone furono gettate in acqua e non furono mai più ritrovate. Questo solo uno dei 60 episodi raccolti nel rapporto di Sea Watch.

    Approfondimento

    La situazione dei migranti nel Mediterraneo è sempre più critica, con un aumento delle violenze e dei morti in mare. La guardia costiera libica, finanziate in parte dall’Unione Europea, sembra non rispettare i diritti umani dei migranti. La pubblicazione del rapporto di Sea Watch è un tentativo di denunciare queste violenze e di richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla situazione.

    La Commissione europea ha annunciato di voler discutere con la delegazione libica la limitazione delle partenze e dei flussi attraverso la Libia in linea con gli standard dei diritti umani. Tuttavia, la situazione sembra essere più complessa, con la presenza di milizie private e la mancanza di controllo sulla guardia costiera libica.

    Possibili Conseguenze

    Le violenze della guardia costiera libica potrebbero avere conseguenze gravi per i migranti e per la stabilità della regione. L’aumento delle morti in mare e delle violenze potrebbe portare a una crisi umanitaria di proporzioni enormi. Inoltre, la mancanza di controllo sulla guardia costiera libica potrebbe permettere a gruppi terroristici di operare nella regione.

    La comunità internazionale dovrebbe prendere misure urgenti per risolvere la situazione e garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti. La pubblicazione del rapporto di Sea Watch è un passo importante in questa direzione, ma è necessario che si prendano misure concrete per fermare le violenze e proteggere i migranti.

    Opinione

    La situazione dei migranti nel Mediterraneo è una questione complessa e delicata. La comunità internazionale dovrebbe lavorare insieme per trovare soluzioni che garantiscano il rispetto dei diritti umani e la sicurezza dei migranti. La pubblicazione del rapporto di Sea Watch è un tentativo di denunciare le violenze e di richiamare l’attenzione sulla situazione.

    È necessario che si prendano misure concrete per fermare le violenze e proteggere i migranti. La Commissione europea dovrebbe lavorare con la delegazione libica per trovare soluzioni che garantiscano il rispetto dei diritti umani e la sicurezza dei migranti. Inoltre, è necessario che si aumenti la trasparenza e la responsabilità nella gestione dei fondi e delle operazioni di salvataggio.

    Analisi Critica dei Fatti

    La situazione dei migranti nel Mediterraneo è una questione complessa e delicata. La pubblicazione del rapporto di Sea Watch è un tentativo di denunciare le violenze e di richiamare l’attenzione sulla situazione. Tuttavia, è necessario analizzare criticamente i fatti e le conseguenze delle azioni della guardia costiera libica.

    La mancanza di controllo sulla guardia costiera libica e la presenza di milizie private sono fattori che contribuiscono alla violenza e all’instabilità nella regione. La comunità internazionale dovrebbe lavorare insieme per trovare soluzioni che garantiscano il rispetto dei diritti umani e la sicurezza dei migranti.

    È necessario che si prendano misure concrete per fermare le violenze e proteggere i migranti. La Commissione europea dovrebbe lavorare con la delegazione libica per trovare soluzioni che garantiscano il rispetto dei diritti umani e la sicurezza dei migranti. Inoltre, è necessario che si aumenti la trasparenza e la responsabilità nella gestione dei fondi e delle operazioni di salvataggio.

    Giornale: Eunews

    Autore: Non specificato

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