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Pubblicato:

13 Ottobre 2025

Aggiornato:

13 Ottobre 2025

Salari, l’Ue “mostra progressi”. Ma non l’Italia, penultima tra i 27

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Salari, l’Ue “mostra progressi”. Ma non l’Italia, penultima tra i 27

Salari, l’Ue “mostra progressi”. Ma non l’Italia, penultima tra i 27

Indice

    Salari, l’Ue “mostra progressi”. Ma non l’Italia, penultima tra i 27

    Il mercato del lavoro dell’Unione europea “mostra progressi in termini di qualità del lavoro e salari adeguati”, ma così non è in Italia, che risulta penultima per livello di adeguamento retributivo post-pandemia e per riconoscimento dei meriti lavorativi. Il rapporto annuale della Commissione europea sugli sviluppi del mercato del lavoro certifica una volta di più il problema che il Paese ha con i suoi lavoratori.

    “Dobbiamo fare di più per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e contribuire ad affrontare la crisi del costo della vita”, sottolinea la vicepresidente esecutiva responsabile per i Diritti sociali, Roxana Minzatu. Un invito, il suo, di stampo generale ma valido soprattutto per l’Italia, dove limiti e criticità non sono pochi. Al contrario, la relazione annuale della Commissione europea evidenzia più livelli di carenze.

    Salari, l’Ue “mostra progressi”. Ma non l’Italia, penultima tra i 27

    Innanzitutto, si sottolinea che in un terzo degli Stati membri i salari reali superano ora significativamente i livelli pre-pandemia. “Al contrario, in Repubblica Ceca, Germania, Francia, Italia e Finlandia non hanno ancora recuperato” da quando il Coronavirus ha di fatto spento le economie dei Ventisette. Certo, l’Italia non è sola in questa particolare classifica, e per di più registra la stessa situazione delle altre due principali economie dell’eurozona. Ciò non toglie il fatto che dal 2019 al 2024 i salari italiani hanno registrato una crescita negativa del 4,4 per cento, dato che alla fine del 2025 è previsto in aumento al -3,3 per cento ma sempre comunque a livelli inferiori del periodo pre-COVID. Solo la Repubblica ceca ha una situazione peggiore, ma in netto miglioramento.

    Ancora, se Lussemburgo e Irlanda hanno la quota più elevata di posti di lavoro ad alta retribuzione e produttività, rispettivamente del 27,6 per cento e del 16,3 per cento, al contrario Grecia, Italia e Romania hanno la quota più bassa, rispettivamente del 5,8 per cento, 6,5 per cento e 7,4 per cento. Italia dunque penultima anche per posti di lavoro ad alta retribuzione, nonostante diminuisca il numero dei lavoratori poco qualificati.

    Serve dunque un cambio di passo, a livello di politica così come di impresa. In Italia, ma non solo in Italia, per Minzatu serve che i datori di lavoro cambino mentalità. Da qui il messaggio per le imprese: “Sebbene salari più elevati possano aumentare la produttività motivando i lavoratori e spingendo le aziende a innovare, è fondamentale che le aziende competano sulla qualità dei prodotti piuttosto che sui bassi costi”, sottolinea la commissaria europea.

    Approfondimento

    Il rapporto annuale della Commissione europea sugli sviluppi del mercato del lavoro fornisce una visione completa della situazione del mercato del lavoro nell’Unione europea. Il rapporto evidenzia che, nonostante i progressi compiuti, ci sono ancora molte sfide da affrontare, in particolare per quanto riguarda la qualità del lavoro e i salari adeguati. L’Italia, in particolare, deve affrontare il problema della bassa crescita dei salari e della scarsa qualità del lavoro.

    Secondo il rapporto, la crescita dei salari in Italia è stata inferiore alla media dell’Unione europea, e ciò ha avuto un impatto negativo sulla qualità della vita dei lavoratori. Inoltre, il rapporto sottolinea che l’Italia deve migliorare la sua capacità di creare posti di lavoro ad alta retribuzione e produttività, in modo da aumentare la competitività del Paese e migliorare la qualità della vita dei lavoratori.

    Possibili Conseguenze

    Le conseguenze della bassa crescita dei salari e della scarsa qualità del lavoro in Italia possono essere gravi. Innanzitutto, ciò può portare a una riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori, con conseguenze negative sulla domanda interna e sulla crescita economica. Inoltre, la scarsa qualità del lavoro può portare a una riduzione della produttività e della competitività del Paese, con conseguenze negative sulla sua capacità di attrarre investimenti e creare posti di lavoro.

    Inoltre, la bassa crescita dei salari e la scarsa qualità del lavoro possono anche avere conseguenze negative sulla salute e sul benessere dei lavoratori. Infatti, la riduzione del potere d’acquisto e la scarsa qualità del lavoro possono portare a una riduzione della qualità della vita e a un aumento dello stress e della precarietà.

    Opinione

    Secondo l’opinione di molti esperti, l’Italia deve urgentemente affrontare il problema della bassa crescita dei salari e della scarsa qualità del lavoro. Ciò richiede un cambio di passo a livello di politica e di impresa, con l’obiettivo di aumentare la competitività del Paese e migliorare la qualità della vita dei lavoratori.

    In particolare, è necessario aumentare la crescita dei salari e migliorare la qualità del lavoro, in modo da aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e migliorare la loro qualità della vita. Inoltre, è necessario creare posti di lavoro ad alta retribuzione e produttività, in modo da aumentare la competitività del Paese e migliorare la sua capacità di attrarre investimenti e creare posti di lavoro.

    Analisi Critica dei Fatti

    Il rapporto annuale della Commissione europea sugli sviluppi del mercato del lavoro fornisce una visione completa della situazione del mercato del lavoro nell’Unione europea. Tuttavia, è importante analizzare criticamente i fatti presentati nel rapporto, in modo da comprendere appieno le sfide e le opportunità che si presentano.

    In particolare, è importante notare che la bassa crescita dei salari e la scarsa qualità del lavoro in Italia sono problemi complessi che richiedono soluzioni a lungo termine. Ciò richiede un impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, inclusi il governo, le imprese e i lavoratori, per aumentare la competitività del Paese e migliorare la qualità della vita dei lavoratori.

    Inoltre, è importante considerare le conseguenze negative della bassa crescita dei salari e della scarsa qualità del lavoro, inclusi la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori, la riduzione della produttività e della competitività del Paese, e la riduzione della qualità della vita e dell’aumento dello stress e della precarietà.

    Giornale: eunews.it

    Autore: non specificato

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