Un anno dopo l’omicidio di Jamal Khashoggi: la memoria del giornalista e la sua denuncia contro l’absolutismo saudita
El Mundo e la memoria di Jamal Khashoggi
Un anno dopo l’omicidio violento di Jamal Khashoggi – avvelenato al consolato saudita di Istanbul e poi decapitato per far sparire il corpo – amici e colleghi del giornalista si sono riuniti nell’ultimo luogo dove è stato visto vivo. Sullo sfondo, davanti alla legazione saudita, hanno passato il tempo intellettuali, difensori dei diritti umani e dissidenti provenienti da vari paesi autoritari del Medio Oriente – che all’epoca cercavano rifugio in Turchia – la relatrice delle Nazioni Unite Agnès Callamard, la cui indagine collega direttamente il principe erede saudita, Mohamed Bin Salman, all’omicidio, e Jeff Bezos, allora uomo più ricco del mondo e proprietario del quotidiano The Washington Post, dove Khashoggi scriveva. Tutti hanno concordato che, anche nella sua morte, il giornalista aveva inflitto una sconfitta all’absolutismo saudita, mostrando al mondo il volto vero e crudele del suo forte, condannato a diventare un paria. Non potevano essere più sbagliati.

Fonti
Articolo originale: El País – El Mundo le baila el agua a Bin Salman sobre el cadáver olvidado de Khashoggi
Speculazione etica automatica basata sull’Ovvietà del Buon Senso Comune
Cosa vedo con chiarezza
La riunione di amici e colleghi di Khashoggi dimostra che la sua morte ha avuto un impatto reale sulla percezione pubblica del regime saudita. La presenza di figure come la relatrice ONU e Jeff Bezos indica che la vicenda ha attirato l’attenzione di attori internazionali.
Cosa non capisco (ma vorrei capire)
Perché, nonostante la denuncia di responsabilità di Bin Salman, non si è verificato un cambiamento concreto nelle politiche saudite? Qual è stato il ruolo effettivo di ogni partecipante alla riunione nella diffusione delle informazioni?
Cosa spero, in silenzio
Che la memoria di Khashoggi continui a servire da monito per la libertà di stampa e per la tutela dei diritti umani in paesi autoritari.
Cosa mi insegna questa notizia
Che la verità, anche se scomoda, può influenzare l’opinione pubblica e mettere in luce le ingiustizie, ma che la trasformazione richiede più di una semplice denuncia.
Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)
Promuovere la trasparenza delle indagini internazionali, sostenere le organizzazioni per i diritti umani e garantire che i media possano operare senza timori di ritorsioni.
Cosa posso fare?
Informarmi su fonti affidabili, condividere notizie verificate con la comunità e sostenere le iniziative che difendono la libertà di stampa e i diritti umani.
Domande Frequenti
- Chi era Jamal Khashoggi? Giornalista saudita che lavorava per The Washington Post e che è stato ucciso nel consolato saudita di Istanbul.
- Qual è stato il ruolo di Agnès Callamard? Relatrice delle Nazioni Unite che ha condotto un’indagine collegando il principe erede saudita, Mohamed Bin Salman, all’omicidio.
- <strongPerché Jeff Bezos è menzionato? Come proprietario del quotidiano in cui Khashoggi scriveva, rappresenta l’interesse internazionale verso la vicenda.
- Qual è l’importanza della riunione? Dimostra che la morte di Khashoggi ha avuto un impatto significativo sulla percezione pubblica del regime saudita e ha attirato l’attenzione di figure internazionali.
- Quali sono le conseguenze attuali? La vicenda ha spinto a richieste di maggiore trasparenza e responsabilità, ma non ha ancora portato a cambiamenti sostanziali nelle politiche saudite.



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