Violenza domestica aumenta il rischio di suicidio: interventi di screening e supporto psicologico nei pronto soccorso, secondo uno studio UniTo

La violenza nelle relazioni intime può condurre al suicidio

La violenza in una relazione di coppia è un fattore di rischio per il suicidio. Studi mostrano che le persone che subiscono violenza domestica hanno una probabilità più alta di tentare o compiere il suicidio rispetto a chi non ne è vittima.

Ricerca UniTo: utili interventi preventivi nei pronto soccorso

Un lavoro condotto dall’Università di Torino ha analizzato l’efficacia di interventi preventivi nei pronto soccorso. I risultati indicano che programmi di screening e supporto psicologico possono ridurre il rischio di suicidio tra le vittime di violenza domestica.

Fonti

Università di Torino (UniTo). Link all’articolo.

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Cosa vedo con chiarezza

La violenza domestica è un problema serio che può portare a suicidio. Gli interventi nei pronto soccorso possono aiutare.

Cosa non capisco (ma vorrei capire)

Quali sono i dettagli precisi degli interventi che funzionano meglio? Come vengono scelti i pazienti?

Cosa spero, in silenzio

Che più persone ricevano aiuto e che la violenza domestica sia ridotta.

Cosa mi insegna questa notizia

Che la prevenzione è possibile e che i servizi sanitari possono intervenire in modo efficace.

Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)

Ampliare i programmi di screening e fornire formazione ai professionisti del pronto soccorso.

Cosa posso fare?

Informarmi, parlare con chi è in difficoltà, segnalare situazioni di violenza e sostenere le organizzazioni che aiutano le vittime.

Domande Frequenti

1. Qual è il legame tra violenza domestica e suicidio? La violenza domestica aumenta lo stress, l’ansia e la depressione, fattori che possono portare al tentativo o all’esecuzione del suicidio.

2. Che tipo di interventi vengono usati nei pronto soccorso? Interventi di screening rapido, valutazione del rischio suicidario e collegamento a servizi di supporto psicologico.

3. Dove posso trovare più informazioni su questo studio? Sul sito dell’Università di Torino, nella sezione ricerca.

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