Il silenzio dei giovani in sofferenza: perché ascoltarli è fondamentale

Il silenzio dei giovani in sofferenza: perché ascoltarli è fondamentale

Ascoltare figli e figlie. «Nel dolore il loro silenzio è pericoloso»

Nel romanzo Qualcosa che brilla, l’autrice Michela Marzano descrive la fragilità degli adolescenti. I sintomi che emergono – disturbi alimentari, dipendenze, autolesionismo, fobie sociali – diventano l’unico modo in cui i giovani riescono a esprimere una sofferenza che altrimenti rimarrebbe indicibile. L’autrice dialoga con uno scrittore‑poeta che conosce bene i ragazzi e le loro difficoltà.

Fonti

Fonte: Corriere della Sera

Il silenzio dei giovani in sofferenza: perché ascoltarli è fondamentale

Speculazione etica automatica basata sull’Ovvietà del Buon Senso Comune

Cosa vedo con chiarezza

Gli adolescenti usano sintomi fisici e comportamentali per comunicare un dolore interiore che non riescono a esprimere con parole.

Cosa non capisco (ma vorrei capire)

Perché scelgono specificamente questi sintomi e non altri modi di comunicare? Quali fattori sociali o familiari contribuiscono a questa scelta?

Cosa spero, in silenzio

Che i giovani trovino ascolto e sostegno, così da poter parlare apertamente delle proprie difficoltà.

Cosa mi insegna questa notizia

Che è fondamentale prestare attenzione ai segnali non verbali dei ragazzi e non sottovalutare il loro silenzio.

Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)

Creare spazi di ascolto, promuovere la consapevolezza dei sintomi e facilitare l’accesso a professionisti della salute mentale.

Cosa posso fare?

Parlare con i giovani, mostrare empatia, incoraggiarli a cercare aiuto e, se necessario, accompagnarli a un professionista qualificato.

Domande Frequenti

1. Qual è il messaggio principale dell’articolo?

Gli adolescenti usano sintomi come mezzo per esprimere un dolore che altrimenti rimarrebbe indicibile.

2. Quali sintomi vengono citati?

Disturbi alimentari, dipendenze, autolesionismo e fobie sociali.

3. Perché il silenzio è considerato pericoloso?

Il silenzio può nascondere una sofferenza profonda che, se non riconosciuta, può peggiorare e portare a conseguenze gravi.

4. Come possiamo aiutare i giovani?

Ascoltandoli, riconoscendo i segnali, e indirizzandoli verso professionisti della salute mentale.

5. Chi è coinvolto nel dialogo presentato nel romanzo?

Un scrittore‑poeta che conosce bene i ragazzi e le loro difficoltà.

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