The Land of the Living review – resonant saga of displaced people told by Juliet Stevenson and a star in the making

Recensione di The Land of the Living: una saga risonante di persone sfollate raccontata da Juliet Stevenson e una stella nascente

Al Dorfman Theatre di Londra, la regia di Stephen Daldry porta in scena l’opera storica di David Lan, con una performance rivelatoria di Artie Wilkinson-Hunt.

L’opera di David Lan ci porta in un affascinante corridoio della storia: quello delle persone sfollate, o DPs, dopo la seconda guerra mondiale. L’attenzione si concentra sui minori sfollati, alcuni dei quali sono tedeschi, altri slavi. Si parla di una terza categoria di “bambini speciali” che furono rapiti dai nazisti come parte della loro campagna per creare una razza di “puri di sangue” ariani. Questo, apprendiamo, consisteva nel rapire principalmente bambini slavi e integrarli in famiglie tedesche – se soddisfacevano i requisiti “genetici”.

The Land of the Living review – resonant saga of displaced people told by Juliet Stevenson and a star in the making

Il giovane Thomas fa parte di questa categoria, la sua precedente identità polacca essendo stata cancellata. Gli fu dato un nuovo nome, una nuova madre, una nuova lingua e una nuova casa bavarese, ma lo incontriamo mentre viene strappato a questa seconda famiglia adottiva per diventare una carica temporanea di Ruth (Juliet Stevenson), un’operatrice di soccorso delle Nazioni Unite che lavora con le forze americane per riportare i bambini nelle loro città, villaggi e case d’origine.

Approfondimento

La storia di The Land of the Living si concentra su un aspetto poco noto della seconda guerra mondiale, ovvero il destino dei minori sfollati. La pièce mette in luce le difficoltà e le sfide che questi bambini hanno affrontato nel tentativo di ritrovare le loro famiglie e le loro identità. La performance di Artie Wilkinson-Hunt e Juliet Stevenson aggiunge profondità e emozione alla storia, rendendola ancora più toccante e risonante.

Possibili Conseguenze

La storia raccontata in The Land of the Living ha conseguenze importanti sulla nostra comprensione della seconda guerra mondiale e del suo impatto sulle persone. La pièce mette in luce le lunghe ombre che la guerra può gettare sulle vite delle persone, anche dopo la fine del conflitto. Inoltre, la storia solleva questioni importanti sulla identità, la cultura e la appartenenza, e su come queste possano essere influenzate da eventi traumatici.

Opinione

The Land of the Living è un’opera teatrale potente e toccante che ci ricorda l’importanza di non dimenticare la storia e le sue conseguenze. La performance di Juliet Stevenson e Artie Wilkinson-Hunt è eccezionale e aggiunge profondità e emozione alla storia. La pièce è un promemoria importante dell’importanza della compassione, della empatia e della comprensione nel affrontare le sfide del mondo moderno.

Giornale: The Guardian
Autore: Non specificato
Rielaborazione del contenuto secondo i principi di oggettività, semplicità e rispetto dei fatti.

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