Robyn: Dopamine review – emozioni complesse, euforia istantanea

La nuova uscita di Robyn, dopo il mellow Honey del 2018, è un ritorno travolgente che abbina una produzione degna di Daft Punk e Moroder a un realismo romantico profondo.

Lo scorso anno, durante il suo trionfale concerto all’O2, Charli xcx ha portato Robyn sul palco. In un certo senso, è stato solo l’ultimo di una serie di apparizioni speciali nel tour Brat: una serie di collaboratori dall’album e dai suoi remix successivi – Lorde, Billie Eilish, Troye Sivan e Addison Rae, tra gli altri – erano apparsi in diversi spettacoli per eseguire le loro parti live. Ma oltre a contribuire con il suo verso al remix di 360, Robyn ha anche preso il centro del palco, eseguendo il suo ineguagliabile singolo del 2010 Dancing on My Own. Rilasciato quando almeno parte del pubblico di Charli xcx era ancora in fasce, non sembrava affatto un ritorno al passato, nemmeno nel contesto di un concerto basato su uno degli album pop più acclamati e innovativi del 2024: la disponibilità della star a cedere il palco a Robyn sembrava una prova dell’influenza di Robyn sulla pop contemporanea.

È facile capire perché la cantautrice svedese abbia tanto potere tra le star del pop dei primi anni ’20. Quando ha aperto un album con un brano intitolato Don’t Fucking Tell Me What to Do, non stava scherzando: dopo essere stata lanciata come star del teen-pop degli anni ’90 prodotta da Max Martin, ha rifiutato le usuali restrizioni imposte alle donne nel pop – allontanandosi da non uno, ma due accordi con major label a causa della mancanza di controllo artistico – e sembrava intenzionata a seguire un percorso più idiosincratico, complesso e caotico. Non ha mai visto l’essere al centro della pop mainstream come antitetico alla creazione di musica con profondità, o che affrontasse questioni controverse. Nonostante il successo mondiale del suo debutto, Robyn Is Here, il suo secondo album, My Truth, non è stato rilasciato al di fuori della Svezia perché l’etichetta statunitense ha esitato a pubblicare Giving You Back, una canzone sull’aborto che aveva avuto nel 1998: quando le è stato chiesto di rimuovere la canzone, Robyn ha rifiutato.

Fonti

Il contenuto di questo articolo è tratto da The Guardian.

Speculazione etica automatica basata sull’Ovvietà del Buon Senso Comune

Cosa vedo con chiarezza

Vedo che Robyn è una cantautrice svedese che ha rifiutato le restrizioni imposte alle donne nel pop e ha seguito un percorso più idiosincratico e complesso.

Cosa non capisco (ma vorrei capire)

Non capisco come Robyn sia riuscita a mantenere il suo controllo artistico e a creare musica con profondità nonostante le pressioni dell’industria musicale.

Cosa spero, in silenzio

Spero che Robyn continui a creare musica che ispiri e influenzi le nuove generazioni di artisti e ascoltatori.

Cosa mi insegna questa notizia

Questa notizia mi insegna che la determinazione e la fedeltà ai propri valori possono portare al successo e all’influenza, anche nel mondo della musica.

Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)

Secondo il buon senso, rimane da fare il sostegno e la promozione di artisti come Robyn che creano musica con profondità e significato.

Cosa posso fare?

Posso ascoltare e condividere la musica di Robyn, e sostenere gli artisti che creano musica con profondità e significato.

Domande Frequenti

• Chi è Robyn? Robyn è una cantautrice svedese.
• Cosa caratterizza la musica di Robyn? La musica di Robyn è caratterizzata da una produzione degna di Daft Punk e Moroder e da un realismo romantico profondo.
• Perché Robyn è considerata un’influenza per le nuove generazioni di artisti? Robyn è considerata un’influenza per le nuove generazioni di artisti perché ha rifiutato le restrizioni imposte alle donne nel pop e ha seguito un percorso più idiosincratico e complesso.