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Pubblicato:
19 Novembre 2025
Aggiornato:
19 Novembre 2025
Harold Offeh: spettacolo multimediale a Kettle’s Yard, Cambridge
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Nota redazionale:
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Harold Offeh: spettacolo multimediale a Kettle’s Yard, Cambridge
Spettacolo a Kettle’s Yard, Cambridge
Kettle’s Yard, Cambridge
Lo spettacolo di Harold Offeh si svolge in questo spazio culturale. Il suo lavoro è caratterizzato da suoni, movimenti e immagini che si mescolano in modo vivace e spesso inaspettato.
Il suono di Harold Offeh
Mmmm… Mm-mm. Mmmmmwwwwwmmm. MMM. A volte sexy, a volte sonnolento, a volte come un bambino che fa rumori di aeroplano o imita una porta che scricchiola, a volte come una balena. Il suono di Harold Offeh, che canta e emette suoni “ummm”, riempie il lobby di Kettle’s Yard. Il titolo dello spettacolo, “Mmm Gotta Try a Little Harder, It Could Be Sweet”, è un estratto di una canzone di Portishead dal 1994, “Dummy”. La frase è stampata in grandi lettere sulla parete della galleria, dietro le sue schermate video, le fotografie e le altre opere grafiche.

La vita di Harold Offeh
Per oltre vent’anni Harold Offeh è stato un artista in movimento. Nato in Ghana, ha vissuto in Brasile, dove nel 2003 si presentava come “Haroldinho” e ballava samba indossando un overo blu tipico dei lavoratori brasiliani. In Brasile la gente spesso lo considerava brasiliano. Ora si muove per le strade di Walsall, Oxford, Liverpool e Chester, in Svezia e in Canada, indossando un lente di ingrandimento vittoriano che distorce e enfatizza il suo volto. A causa dei sospetti che suscita nelle città britanniche, la sua sicurezza è motivo di preoccupazione.
Fonti
Articolo originale: The Guardian – “Harold Offeh: Mmm Gotta Try a Little Harder, It Could Be Sweet review – desire, despondency and disco divas”
Speculazione etica automatica basata sull’Ovvietà del Buon Senso Comune
Cosa vedo con chiarezza
Lo spettacolo di Harold Offeh è un mix di suoni, movimenti e immagini che riflettono la sua identità culturale e la sua esperienza di vita. Il titolo è un estratto di una canzone di Portishead, e la sua presenza in diverse città mostra la sua mobilità e la sua capacità di adattarsi a contesti diversi.
Cosa non capisco (ma vorrei capire)
Non è chiaro perché Offeh scelga di indossare un lente di ingrandimento vittoriano o quale sia il significato preciso delle sue performance private in bagno. Questi elementi potrebbero avere un valore simbolico che non è immediatamente evidente.
Cosa spero, in silenzio
Si spera che l’arte di Offeh continui a promuovere la comprensione interculturale e a dare voce a persone che vivono in contesti diversi.
Cosa mi insegna questa notizia
La notizia mostra come l’arte possa essere un mezzo per esplorare identità, migrazione e identità culturale, e come la musica e il movimento possano creare un dialogo tra pubblico e artista.
Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)
È importante sostenere gli artisti che viaggiano e condividono le loro storie, garantendo loro sicurezza e visibilità nelle comunità in cui si esibiscono.
Cosa posso fare?
Si può partecipare agli spettacoli, condividere le proprie impressioni con altri e sostenere le iniziative culturali che promuovono la diversità e l’inclusione.
Domande Frequenti
- Che cosa è Kettle’s Yard? Kettle’s Yard è un museo d’arte contemporanea situato a Cambridge, noto per la sua collezione di arte moderna e per ospitare mostre di artisti contemporanei.
- Chi è Harold Offeh? Harold Offeh è un artista nato in Ghana, che ha vissuto in Brasile e in diversi paesi europei e nordamericani. È noto per le sue performance che combinano suoni, movimenti e immagini.
- Da dove proviene il titolo dello spettacolo? Il titolo “Mmm Gotta Try a Little Harder, It Could Be Sweet” è un estratto di una canzone di Portishead dal 1994, “Dummy”.
- Qual è il ruolo della musica di Portishead nello spettacolo? La canzone di Portishead è citata nel titolo e serve come ispirazione per l’atmosfera e il tema dello spettacolo.
- Come si può vedere lo spettacolo? Lo spettacolo si svolge a Kettle’s Yard, Cambridge. È possibile acquistare i biglietti sul sito del museo o presso la biglietteria.
Nota redazionale:
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