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Pubblicato:
16 Ottobre 2025
Aggiornato:
16 Ottobre 2025
Giudice statunitense respinge la causa dei giovani attivisti per il clima contro le politiche pro-carbone di Trump
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Giudice statunitense respinge la causa dei giovani attivisti per il clima contro le politiche pro-carbone di Trump
Indice
Giudice respinge la causa dei giovani attivisti per il clima contro le politiche pro-carbone di Trump
Il giudice ha affermato che i ricorrenti avevano prove schiaccianti della crisi climatica, ma un’ingiunzione del tribunale sarebbe stata “inapplicabile”.
Un giudice federale ha respinto una causa intentata da giovani attivisti per il clima che mirava a bloccare gli ordini esecutivi pro-carbone del presidente Donald Trump.

La decisione di respingere la causa, presa mercoledì dal giudice distrettuale degli Stati Uniti Dana Christensen, è arrivata dopo che 22 ricorrenti, di età compresa tra 7 e 25 anni e provenienti da cinque stati, hanno cercato di bloccare tre degli ordini esecutivi del presidente, tra cui quelli che dichiaravano uno “stato di emergenza energetica nazionale” e miravano a “liberare l’energia americana” – nonché uno finalizzato a “rivitalizzare” la produzione di carbone negli Stati Uniti.
Approfondimento
La causa era stata intentata da un gruppo di giovani attivisti per il clima che sostenevano che le politiche pro-carbone del presidente Trump stavano aggravando la crisi climatica e mettendo a rischio la loro salute e il loro futuro. I ricorrenti avevano presentato prove scientifiche e testimonianze personali per sostenere la loro richiesta di bloccare gli ordini esecutivi del presidente.
Tuttavia, il giudice Christensen ha deciso che, anche se i ricorrenti avevano prove schiaccianti della crisi climatica, un’ingiunzione del tribunale per bloccare gli ordini esecutivi del presidente sarebbe stata “inapplicabile” e avrebbe superato l’autorità del tribunale.
Possibili Conseguenze
La decisione del giudice potrebbe avere conseguenze significative per il movimento per il clima e per le politiche energetiche degli Stati Uniti. I giovani attivisti per il clima potrebbero continuare a lottare per la loro causa attraverso altri canali, come la mobilitazione pubblica e la pressione sui politici.
Inoltre, la decisione potrebbe influenzare la politica energetica degli Stati Uniti, poiché il presidente Trump potrebbe continuare a perseguire le sue politiche pro-carbone senza essere bloccato da un’ingiunzione del tribunale.
Opinione
La decisione del giudice è stata criticata da molti attivisti per il clima e da alcuni esperti giuridici, che sostengono che il tribunale ha mancato di riconoscere la gravità della crisi climatica e l’urgenza di agire per proteggere il pianeta.
Tuttavia, altri sostengono che la decisione del giudice è stata giusta, poiché il tribunale non ha l’autorità di bloccare gli ordini esecutivi del presidente e che la politica energetica degli Stati Uniti dovrebbe essere decisa dal Congresso e dal presidente, non dal tribunale.
Analisi Critica dei Fatti
È importante notare che la decisione del giudice non significa che la crisi climatica non sia reale o che le politiche pro-carbone del presidente Trump siano giustificate. La scienza è chiara: la crisi climatica è una delle più grandi sfide che il pianeta sta affrontando e richiede un’azione immediata e decisa per ridurre le emissioni di gas serra e trasitionare verso fonti di energia rinnovabile.
La decisione del giudice sottolinea l’importanza di continuare a lottare per la giustizia climatica attraverso tutti i canali disponibili, compresa la mobilitazione pubblica, la pressione sui politici e le azioni legali. È fondamentale che i cittadini e i leader politici prendano consapevolezza della gravità della crisi climatica e agiscano di conseguenza per proteggere il pianeta e le generazioni future.
Origine: The Guardian, Autore: non specificato, Rielaborazione del contenuto secondo i principi di verità, accuratezza e imparzialità.
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