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Pubblicato:
22 Ottobre 2025
Aggiornato:
22 Ottobre 2025
Donne manifestanti in Georgia vittime di violenza e intimidazioni da parte della polizia durante le proteste anti-governative
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Donne manifestanti in Georgia vittime di violenza e intimidazioni da parte della polizia durante le proteste anti-governative
Indice
Donne manifestanti prese di mira e insultate durante le proteste anti-governative in Georgia
Avendo partecipato a centinaia di proteste anti-governative nella capitale georgiana, Tbilisi, Gvantsa Kalandadze non è nuova alle intimidazioni e alla violenza della polizia.
La brutalità della polizia è diventata comune durante le proteste quotidiane che si sono svolte nella città dall’inizio dell’anno scorso, quando il governo autoritario del partito Georgian Dream ha annunciato di voler interrompere il processo di integrazione del paese nell’Unione Europea.

Kalandadze ha visto altri cadere vittime della brutalità della polizia e ha sperimentato ciò di persona più di una volta – subito dopo aver lasciato una protesta a dicembre dell’anno scorso, è stata spinta a terra e calpestata da un gruppo di agenti per aver messo in discussione l’arresto di un uomo in strada, e durante un’altra riunione poche settimane dopo, è stata messa fuori combattimento quando gli agenti l’hanno spinta e altri manifestanti in un fossato.
Ma quando le proteste sono iniziate, la violenza della polizia contro i manifestanti sembrava indiscriminata; la ricerca del gruppo per i diritti umani Amnesty International suggerisce che le donne manifestanti sono ora prese di mira specificamente e stanno affrontando una violenza e rappresaglie di genere sempre più gravi.
Kalandadze dice di non essere sorpresa dalla notizia.
“È vero. La polizia è aggressiva e ci perseguita verbalmente, usando termini denigratori come ‘puttana’, ‘figlia di puttana’ e altri, e ci minaccia di stupro e aggressione”, dice.
La ricerca di Amnesty dettaglia i metodi della polizia per prendere di mira le donne, che include l’uso crescente di violenza di genere, tra cui insulti sessisti, minacce di violenza sessuale e perquisizioni illegittime e degradanti contro le donne coinvolte nelle proteste.
Approfondimento
La situazione in Georgia è diventata sempre più tesa, con le proteste anti-governative che continuano a svolgersi nella capitale Tbilisi. Le donne manifestanti sono state prese di mira dalla polizia, che ha utilizzato tattiche aggressive e violente per disperdere le proteste.
Secondo Amnesty International, le donne sono state sottoposte a perquisizioni illegittime e degradanti, minacce di violenza sessuale e insulti sessisti. La polizia ha anche utilizzato la forza per disperdere le proteste, causando feriti e arresti.
La comunità internazionale ha condannato la violenza della polizia e ha chiesto al governo georgiano di garantire la sicurezza e la libertà di espressione dei manifestanti.
Possibili Conseguenze
La situazione in Georgia potrebbe avere gravi conseguenze per la stabilità del paese e per la sicurezza delle donne manifestanti. La violenza della polizia potrebbe scatenare una escalation di violenza e rappresaglie, mettendo a rischio la vita e la libertà dei manifestanti.
Inoltre, la mancanza di azioni concrete da parte del governo georgiano per garantire la sicurezza e la libertà di espressione dei manifestanti potrebbe portare a una perdita di fiducia nella democrazia e nelle istituzioni del paese.
È importante che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione in Georgia e a chiedere al governo di garantire la sicurezza e la libertà di espressione dei manifestanti.
Opinione
La violenza della polizia contro le donne manifestanti in Georgia è un chiaro esempio di come la repressione e la violenza possano essere utilizzate per silenziare le voci di dissenso e soffocare la libertà di espressione.
È fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti per condannare la violenza della polizia e per chiedere al governo georgiano di garantire la sicurezza e la libertà di espressione dei manifestanti.
Le donne manifestanti in Georgia sono un esempio di coraggio e di determinazione, e la loro lotta per la democrazia e la libertà di espressione è un’ispirazione per tutti.
Analisi Critica dei Fatti
La situazione in Georgia è complessa e multifattoriale, e richiede un’analisi critica dei fatti per comprendere le cause e le conseguenze della violenza della polizia contro le donne manifestanti.
È importante considerare il contesto storico e politico del paese, nonché le dinamiche di potere e di genere che sono in gioco.
La violenza della polizia contro le donne manifestanti è un chiaro esempio di come la repressione e la violenza possano essere utilizzate per silenziare le voci di dissenso e soffocare la libertà di espressione.
È fondamentale che la comunità internazionale si mobiliti per condannare la violenza della polizia e per chiedere al governo georgiano di garantire la sicurezza e la libertà di espressione dei manifestanti.
Relazioni con altri fatti
La situazione in Georgia è collegata ad altri fatti e eventi che si sono verificati nel paese e nella regione.
Ad esempio, la crisi politica in Georgia è stata influenzata dalla situazione in Ucraina e dalla crisi dei migranti in Europa.
Inoltre, la violenza della polizia contro le donne manifestanti è un chiaro esempio di come la repressione e la violenza possano essere utilizzate per silenziare le voci di dissenso e soffocare la libertà di espressione.
Leggi anche: A Step Closer to Justice For Slain Journalist Daphne Caruana Galizia
Contesto storico e origini della notizia
La situazione in Georgia ha una lunga storia e un contesto complesso.
Il paese ha una storia di instabilità politica e di conflitti, e la crisi attuale è il risultato di una serie di eventi e di decisioni che si sono verificati nel corso degli anni.
La violenza della polizia contro le donne manifestanti è un chiaro esempio di come la repressione e la violenza possano essere utilizzate per silenziare le voci di dissenso e soffocare la libertà di espressione.
Leggi anche: Hungary’s LGBTQI Amendment an Affront to Human Rights, Say Activists
Metodo di rielaborazione basato su: principi di semplicità del buon senso comune, chiarezza, imparzialità, sobrietà e responsabilità giornalistica, come indicato nelle linee guida editoriali di Italfaber.
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