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Pubblicato:
22 Ottobre 2025
Aggiornato:
22 Ottobre 2025
Accampamento Popolare sotto la Commissione Europea: 48 Ore di Protesta per i Diritti dei Palestinesi
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Accampamento Popolare sotto la Commissione Europea: 48 Ore di Protesta per i Diritti dei Palestinesi
Indice
Palestina, le 48 ore dell’Accampamento Popolare sotto la Commissione europea
Bruxelles – Qualche banana, una scatola di burro che, date le temperature, non ha problemi di riscaldamento, sacchi a pelo, sciarpe e cappelli, e tante bandiere palestinesi. La pioggia di questa notte ha bagnato e rovinato gli slogan scritti su pezzi di cartone, e qualcuno con pazienza si mette in ginocchio a riscriverli. Altri si stanno confrontando, perché mancano meno di due ore alla scadenza che la polizia belga ha dato loro per andarsene. Gli occhi sono rossi e gonfi per la notte passata a camminare avanti e indietro, anziché stazionare, perché solo in questa modalità potevano rimanere ed essere tollerati dalle autorità. Sono una dozzina di cittadine e cittadini europei, di ogni età e nazionalità. Vivono a Bruxelles, come tantissimi altri, per lavoro, studio, famiglia. Ma domenica (19 ottobre) hanno deciso di lasciare le loro case e di andare a dormire all’esterno. Non in una strada qualsiasi, bensì sotto Palazzo Berlaymont, sede principale della Commissione europea a Bruxelles che, per una strana ironia della sorte, si trova, insieme alla sede del Consiglio, in Rue de la Loi: la strada della legge. E di rispettare la legge, il diritto, è quello che questi cittadini chiedono all’Unione europea.
“Ho partecipato a tutte le manifestazioni per la Palestina, a difesa del diritto internazionale. Ma dopo ogni protesta in strada e in piazza tutti noi torniamo nelle nostre case. Questa volta mi sono detto: ‘Perché non rimanerci, in strada?’”, spiega un ragazzo danese. “Io sono padre di due bambini molto piccoli, sono europeo. E so che se lasciamo andare quanto sta avvenendo, se non teniamo il punto, per quanto siamo tutti stanchi e sfiduciati, non potremo più parlare di rispetto del diritto internazionale e di diritti umani. Sarà qualcosa che andrà perso e non solo per i palestinesi, ma per tutti. Ognuno di noi ha una responsabilità. Certo, i politici e i vertici hanno il potere, ma noi siamo qui per esercitare il nostro pezzetto e per ricordare a chi può agire, di farlo. Non posso – non possiamo – fare altrimenti”, spiega un ragazzo danese.

L’accampamento popolare si è installato domenica sera (19 ottobre) in modo totalmente non violento e oggi (21 ottobre) alle 12 sarà sgomberato. “La polizia ci ha comunicato che verremo sgomberati per ragioni di sicurezza, perché domani ci sarà il Vertice Ue-Egitto con il presidente al Sisi presente qui a Bruxelles, e giovedì e venerdì c’è il Consiglio europeo”, spiega un’altra ragazza. “Ma, di solito, l’area di fronte al Berlaymont è pubblica e non è soggetta a misure di sicurezza straordinarie, nemmeno durante le riunioni del Consiglio europeo”, precisa, riportando un elemento che chi scrive può confermare. “Quindi, per noi si tratta di una violazione illegittima del nostro diritto di riunione e di espressione che dovrebbero essere tutelate dal diritto belga, dal diritto Ue e dal diritto internazionale”, sottolinea.
Le 48 ore dell’accampamento al Berlaymont stanno per scadere, ma non le richieste che questi pochi attivisti portano fin davanti agli ingressi dell’Ue a nome di milioni e milioni di cittadini, europei e non. “Rescindere l’accordo di associazione Ue-Israele in risposta alla continua violazione da parte di Israele della clausola sui diritti umani (articolo 2). Imporre un embargo militare completo nei confronti di Israele. Far rispettare le responsabilità e rispettare il diritto internazionale sostenendo i mandati di arresto e le indagini della Corte penale internazionale. Porre fine a ogni cooperazione economica e politica che sostenga il sistema di apartheid israeliano”, spiega un breve comunicato stampa.
I manifestanti sono pacifici. Ma fermi, e “si impegnano a rimanere a Bruxelles finché queste richieste non saranno soddisfatte e l’Ue non adotterà misure concrete per porre fine alla sua complicità nel genocidio, nell’apartheid e nell’occupazione in corso in Israele”.
Aggiornamento
La polizia ha chiesto agli attivisti di lasciare il posto. Alcuni hanno deciso di farlo, per evitare l’arresto. Altri sono rimasti. L’Accampamento ha rilasciato un comunicato stampa dove spiega che “la polizia di Bruxelles sta sgomberando con la forza un accampamento pacifico che chiede all’Ue di porre fine alla sua complicità nel genocidio”. Secondo gli attivisti, le forze dell’ordine stanno utilizzando “intimidazioni e forza illegale”.
Gli attivisti spiegano che i tre manifestanti che avevano deciso di rimanere sul posto sono stati ammanettati e caricati nei camioncini della polizia. Al momento non sanno dove saranno portati.
Tutti gli attivisti arrestati sono stati rilasciati.
Approfondimento
L’accampamento popolare sotto la Commissione europea è un esempio di attivismo pacifico e determinato. Gli attivisti hanno scelto di installare il loro accampamento in un luogo simbolico, dove si trova la sede principale della Commissione europea, per richiamare l’attenzione dell’Unione europea sulla questione palestinese. Le richieste degli attivisti sono chiare: rescindere l’accordo di associazione Ue-Israele, imporre un embargo militare completo nei confronti di Israele, far rispettare le responsabilità e rispettare il diritto internazionale, e porre fine a ogni cooperazione economica e politica che sostenga il sistema di apartheid israeliano.
Possibili Conseguenze
Le conseguenze dell’accampamento popolare e delle richieste degli attivisti potrebbero essere significative. Se l’Unione europea dovesse accogliere le richieste degli attivisti, ciò potrebbe portare a una riduzione della cooperazione economica e politica con Israele, e a un aumento della pressione internazionale su Israele per rispettare il diritto internazionale. Tuttavia, è anche possibile che l’Unione europea non accoglierà le richieste degli attivisti, e che la situazione rimanga invariata.
Opinione
L’accampamento popolare sotto la Commissione europea è un esempio di attivismo pacifico e determinato. Gli attivisti hanno scelto di installare il loro accampamento in un luogo simbolico, dove si trova la sede principale della Commissione europea, per richiamare l’attenzione dell’Unione europea sulla questione palestinese. Le richieste degli attivisti sono chiare e giuste, e l’Unione europea dovrebbe prendere in considerazione le loro richieste e agire di conseguenza.
Analisi Critica dei Fatti
L’accampamento popolare sotto la Commissione europea è un esempio di attivismo pacifico e determinato. Gli attivisti hanno scelto di installare il loro accampamento in un luogo simbolico, dove si trova la sede principale della Commissione europea, per richiamare l’attenzione dell’Unione europea sulla questione palestinese. Le richieste degli attivisti sono chiare e giuste, e l’Unione europea dovrebbe prendere in considerazione le loro
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