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Pubblicato:
17 Novembre 2025
Aggiornato:
17 Novembre 2025
Georgian Dream propone di sospendere il voto all’estero per rafforzare la sicurezza elettorale
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Nota redazionale:
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Georgian Dream propone di sospendere il voto all’estero per rafforzare la sicurezza elettorale
Introduzione
Il partito in governo, Georgian Dream, ha deciso di interrompere il voto per i cittadini georgiani che vivono all’estero. Il presidente della Camera, Shalva Papuashvili, sostiene che questa misura rafforzerà la resistenza delle elezioni contro l’influenza esterna, mentre i critici temono che gli emigrati possano essere privati del diritto di voto.
Dettagli della proposta
Nel briefing del 17 novembre, Papuashvili ha annunciato una revisione del Codice Elettorale. Secondo la proposta, le elezioni parlamentari dovrebbero avvenire solo all’interno del territorio georgiano.
Il presidente ha affermato che la modifica è costituzionale perché garantisce l’espressione libera della volontà degli elettori, “libera da interferenze esterne”. Ha citato le elezioni negli Stati Uniti e nei paesi dell’UE come esempi di vulnerabilità a pressioni informazionali e politiche straniere.
Secondo Papuashvili, i cittadini non residenti sono più esposti a “manipolazione informativa” perché dipendono da media filtrati e non hanno accesso a informazioni non filtrate che si ottengono dal contatto diretto con la società o lo Stato. Questo, sostiene, aumenta il rischio di scelte non informate.
Il presidente ha dichiarato che la regola “aumenta la resilienza delle elezioni, riduce l’influenza di attori esterni e garantisce una scelta più adeguata e informata”. Ha citato paesi come Irlanda, Malta, Israele e Armenia come esempi di modelli simili.
Ha precisato che i diritti di voto dei cittadini all’estero non cambiano: “L’unica condizione è recarsi in patria una volta ogni quattro anni per esprimere il voto”.
Reazioni dei critici
Vakhushti Menabde, esperto di costituzione, ha scritto su Facebook che privare gli emigrati del diritto di voto equivale a privarli della cittadinanza e li allontanerà ulteriormente dalla patria.
Nino Dolidze, ex capo della International Society for Fair Elections and Democracy (ISFED), ha affermato che la misura “andrebbe contro il principio di suffragio universale e rappresenta un passo retrogrado sia legalmente che politicamente”. Ha aggiunto che Georgian Dream “esclude efficacemente i nostri cittadini dalla vita del paese”.
Contesto delle elezioni
La decisione arriva mentre i manifestanti anti-governo chiedono un nuovo scrutinio parlamentare. La partecipazione degli emigrati è stata una delle questioni più controverse delle elezioni del 2024.
Partiti di opposizione, gruppi della società civile e la presidente Salome Zurabishvili avevano chiesto al partito in governo di facilitare il voto degli emigrati aprendo più seggi in città più piccole, poiché i seggi esistenti erano spesso a centinaia di chilometri di distanza. L’iniziativa non è stata accolta.
La Commissione Elettorale Centrale (CEC) ha aperto 60 seggi in 42 paesi. Si stima che più di un milione di cittadini georgiani vivano all’estero, cifra probabilmente più alta a causa di persone senza status legale. Dei 95.910 elettori registrati all’estero, solo 34.574 hanno potuto votare, con lunghe code a Berlino e New York e molti impossibilitati a votare.
La maggior parte degli emigrati che hanno votato ha sostenuto i partiti di opposizione; secondo i risultati ufficiali della CEC, Georgian Dream ha ottenuto solo il 13,5 % del voto degli emigrati. Gli osservatori hanno notato che la partecipazione sarebbe potuta essere più alta se i seggi fossero stati più vicini ai luoghi di residenza.
Dopo le elezioni contestate, la presidente Zurabishvili ha chiesto al Tribunale Costituzionale di dichiarare violazione della segretezza del voto e del suffragio universale, concentrandosi sull’accesso limitato per i cittadini all’estero. Il tribunale ha respinto la richiesta.
Fonti
Fonte: Civil.ge
Speculazione etica automatica basata sull’Ovvietà del Buon Senso Comune
Cosa vedo con chiarezza
La proposta mira a limitare il voto all’estero per ridurre l’influenza esterna. I critici temono che ciò privi gli emigrati del diritto di partecipare alla vita politica del paese.
Cosa non capisco (ma vorrei capire)
In che modo la presenza di seggi all’estero influisce concretamente sulla sicurezza delle elezioni? Quali prove specifiche esistono di manipolazione informativa verso gli emigrati?
Cosa spero, in silenzio
Che la decisione non porti a una diminuzione della partecipazione degli emigrati e che vengano trovate soluzioni per garantire un voto informato e accessibile.
Cosa mi insegna questa notizia
Che la sicurezza delle elezioni è un tema complesso e che le misure per proteggerla possono avere effetti collaterali sul diritto di voto.
Cosa rimane da fare (secondo il buon senso)
Valutare alternative che mantengano la sicurezza delle elezioni senza escludere gli emigrati, come sistemi di voto elettronico sicuri o seggi più vicini ai luoghi di residenza.
Cosa posso fare?
Informarmi sulle modalità di voto all’estero, partecipare a consultazioni pubbliche e sostenere iniziative che promuovano un voto accessibile e sicuro per tutti i cittadini.
Domande Frequenti
- Qual è la motivazione principale della proposta? La proposta è motivata dalla volontà di ridurre l’influenza esterna sulle elezioni, secondo il presidente della Camera.
- Come cambierà il diritto di voto per i cittadini all’estero? I cittadini all’estero dovranno recarsi in Georgia una volta ogni quattro anni per esprimere il voto; non potranno più votare da remoto.
- Quali sono le principali critiche alla proposta? I critici sostengono che la misura privi gli emigrati del diritto di voto, riduca la loro partecipazione e sia in contrasto con il suffragio universale.
- Qual è stato il risultato delle elezioni per gli emigrati? Dei 95.910 elettori registrati all’estero, solo 34.574 hanno votato; la maggior parte ha sostenuto i partiti di opposizione.
- Qual è stato l’esito della richiesta della presidente Zurabishvili al Tribunale Costituzionale? Il Tribunale Costituzionale ha respinto la richiesta, ritenendo che non vi fosse violazione del suffragio universale.
Nota redazionale:
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