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Pubblicato:
14 Ottobre 2025
Aggiornato:
14 Ottobre 2025
Accordo sui dazi UE-Stati Uniti: fino a 450mila posti di lavoro a rischio
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Accordo sui dazi UE-Stati Uniti: fino a 450mila posti di lavoro a rischio
Indice
Dazi, dall’accordo con Trump l’UE rischia tra i 135mila e i 450mila posti di lavoro
Bruxelles – L’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti ha di buono che comunque ristabilisce prevedibilità, ma non sarà un’intesa indolore. Al contrario, da tariffe del 15 per cento sui beni venduti oltre Atlantico sarebbero a rischio tra 135mila e 450mila posti di lavoro nei Paesi membri. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione europea sugli sviluppi del mercato del lavoro, che dedica alla questione tariffaria un paragrafo a parte contenente la stima di quello che ci si attende a Bruxelles.
Dagli studi condotti dai servizi dell’esecutivo comunitario si prevede che il settore all’ingrosso subirà la maggiore perdita di posti di lavoro in assoluto, con un massimo di 24mila unità perse, seguito dal comparto macchinari e attrezzature (20mila), commercio al dettaglio (17mila) e industria automobilistica (12mila). Il grosso delle ricadute occupazione è concentrato qui, anche se la situazione non è omogenea, un po’ tutti i settori rischiano di risentire della situazione ma in modo sproporzionato tra Paesi.

Guardando al tipo sistema Paese la Commissione europea rileva che il settore farmaceutico è particolarmente esposto in Irlanda, Danimarca, Slovenia, Finlandia, Austria e Germania, con possibili cali occupazionali, rispettivamente, fino al 2,6 per cento, 2,5 per cento, 2,4 per cento, 1,5 per cento e 1,4 per cento. Il trasporto aereo sarebbe colpito in modo sproporzionato dai dazi statunitensi in Danimarca e nei Paesi Bassi, con perdite di posti di lavoro del 2 per cento e dell’1,3 per cento. Ancora, nella produzione di computer, prodotti elettronici e ottici, a rimetterci in ricadute occupazione sarebbe sopratutto l’Estonia (-2,3 per cento).
La situazione sembra non promettere nulla di buono per l’Irlanda, dove si prevede che diversi settori subiranno significativi cali occupazionali, quali arredamento (-2,9 per cento), metalli di base (-2,3 per cento), macchinari e attrezzature (-1,6 per cento), settore informatico e informazione (1,6 per cento), prodotti in metallo lavorati (-1,5 per cento) e prodotti in carta (-1,4 per cento).
In generale, comunque, l’UE può perdere fino allo 0,8 per cento della sua forza lavoro attualmente attiva, nello scenario, comunque ritenuto “improbabile”, di un completo stop alle esportazioni. Bruxelles stima comunque che mediamente ogni Stato membro possa perdere tra lo 0,1 e lo 0,3 per cento di occupazione a seguito dell’accordo dei dazi. In termini percentuali si prevede che il settore farmaceutico registrerà il calo occupazionale relativo più significativo, pari fino all’1,3 per cento, seguito da quello chimico e da quello dei macchinari e delle attrezzature, con cali rispettivamente dell’1 per cento e dello 0,9 per cento.
Tra gli Stati membri dell’Unione europea potenzialmente esposti ai maggiori cali occupazionali figurano Irlanda, Germania, Danimarca e Slovacchia. Ciò perché questi Paesi “presentano elevati livelli sia di esportazioni dirette che di integrazione indiretta nella catena del valore transatlantica, il che li rende più vulnerabili agli shock commerciali”. Per entità di impatto negativo potenziale sull’occupazione l’Italia risulta il settimo Paese UE più esposto.
In questo contesto, secondo la Commissione europea, “il rafforzamento del mercato unico dei servizi, in particolare agevolando la fornitura di servizi transfrontalieri e rafforzando la concorrenza, può essere fondamentale per stimolare l’aumento della produttività”. La raccomandazione vale per tutti.
Approfondimento
L’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti ha sollevato molte preoccupazioni tra gli Stati membri dell’UE, in particolare per quanto riguarda l’impatto sul mercato del lavoro. La Commissione europea ha condotto uno studio approfondito per valutare gli effetti dell’accordo sui dazi e ha concluso che potrebbero essere a rischio tra 135mila e 450mila posti di lavoro nei Paesi membri.
Il settore all’ingrosso è quello che subirà la maggiore perdita di posti di lavoro, seguito dal comparto macchinari e attrezzature, commercio al dettaglio e industria automobilistica. La situazione non è omogenea e un po’ tutti i settori rischiano di risentire della situazione ma in modo sproporzionato tra Paesi.
Possibili Conseguenze
Le possibili conseguenze dell’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti sono molteplici e possono avere un impatto significativo sul mercato del lavoro e sull’economia dei Paesi membri. Tra le conseguenze più significative ci sono:
La perdita di posti di lavoro: come già menzionato, l’accordo sui dazi potrebbe portare alla perdita di tra 135mila e 450mila posti di lavoro nei Paesi membri.
L’aumento dei costi: l’introduzione di dazi sui beni importati potrebbe aumentare i costi per le imprese e i consumatori, con possibili ripercussioni sull’inflazione e sulla crescita economica.
La riduzione della competitività: l’accordo sui dazi potrebbe ridurre la competitività delle imprese europee rispetto a quelle statunitensi, con possibili conseguenze negative per l’economia dell’UE.
Opinione
L’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti è un tema molto controverso e le opinioni al riguardo sono molteplici e diverse. Alcuni ritengono che l’accordo sia necessario per proteggere l’economia europea e i posti di lavoro, mentre altri lo considerano un errore che potrebbe avere conseguenze negative per l’economia e la società.
Secondo alcuni, l’accordo sui dazi potrebbe essere un’opportunità per l’UE di rafforzare la sua posizione negoziale e di ottenere migliori condizioni commerciali con gli Stati Uniti. Altri, invece, ritengono che l’accordo sia un passo indietro e che potrebbe portare a una riduzione della cooperazione e della collaborazione tra l’UE e gli Stati Uniti.
Analisi Critica dei Fatti
Per valutare l’impatto dell’accordo sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti, è necessario analizzare criticamente i fatti e le conseguenze potenziali. È importante considerare le diverse prospettive e le possibili ripercussioni sull’economia e la società.
È fondamentale valutare l’impatto dell’accordo sui dazi sui posti di lavoro, sull’inflazione e sulla crescita economica, nonché sulle relazioni commerciali tra l’UE e gli Stati Uniti. È anche importante considerare le possibili conseguenze negative, come la riduzione della competitività e l’aumento dei costi.
Per una valutazione completa e obiettiva, è necessario considerare le diverse fonti di informazione e le opinioni di esperti e studiosi. È anche importante tenere conto delle possibili soluzioni e strategie per mitigare le conseguenze negative e massimizzare i benefici dell’accordo.
Giornale: eunews.it
Autore: non specificato
Rielaborazione del contenuto secondo
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