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Pubblicato:

21 Maggio 2025

Aggiornato:

21 Maggio 2025

“La Rivoluzione dell’AR: Come le Persone Autistiche Non Verbali Possono Comunicare con la HoloBoard”

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“La Rivoluzione dell’AR: Come le Persone Autistiche Non Verbali Possono Comunicare con la HoloBoard”

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Indice

    La Missione per Assicurare che le Persone Autistiche Non Verbali Siano Ascoltate

    Marco è un uomo autistico di 27 anni che ama la natura e la fotografia. È molto sensibile alla luce, ai suoni e alle texture, ha difficoltà ad iniziare i movimenti e può dire solo poche parole. Durante il suo percorso scolastico, si è sempre pensato che fosse incapace di imparare a leggere e scrivere. Ma per gli ultimi 30 minuti, ha indossato un visore di realtà aumentata (AR) e ha composto singole parole sulla HoloBoard, una tastiera virtuale che fluttua nell’aria di fronte a lui. E ora, alla fine di una sessione di studio, un ricercatore chiede a Marco (non il suo vero nome) cosa ne pensasse dell’esperienza.

    Con attenzione, puntando una lettera virtuale alla volta, digita, “È stato buono.”

    "La Rivoluzione dell'AR: Come le Persone Autistiche Non Verbali Possono Comunicare con la HoloBoard"

    Non era ovvio che Marco sarebbe stato in grado di indossare un visore AR, figuriamoci usarlo per comunicare. Il visore che utilizziamo,
    Microsoft’s HoloLens 2, pesa 566 grammi (più di una libbra), e i cinturini che circondano la testa possono essere scomodi. Interagire con oggetti virtuali richiede movimenti precisi delle mani e delle dita. Inoltre, alcune persone dubitano che persone come Marco possano anche capire una domanda o produrre una risposta. Eppure, studio dopo studio, abbiamo scoperto che la maggior parte dei partecipanti autistici adolescenti e adulti non verbali può indossare l’HoloLens 2, e la maggior parte può digitare brevi parole sulla HoloBoard.


    Le persone autistiche non verbali possono utilizzare la HoloBoard per digitare in modo indipendente.

    Il prototipo della HoloBoard che Marco ha usato per la prima volta nel 2023 è stato sviluppato in tre anni. Aveva le sue origini in uno studio di
    fattibilità interdisciplinare che ha considerato se individui come Marco potessero tollerare un visore AR commerciale. Lo studio è stato guidato dai tre di noi: uno psicologo dello sviluppo (Vikram Jaswal presso l’Università della Virginia), un ingegnere e software developer (Diwakar Krishnamurthy presso l’Università di Calgary), e un informatico (Mea Wang, anch’essa presso l’Università di Calgary).

    Il nostro percorso fino a questo punto non è stato semplice. Alcuni ricercatori sull’autismo ci hanno detto che le persone autistich…

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