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Pubblicato:
22 Ottobre 2025
Aggiornato:
22 Ottobre 2025
Nazioni ricche invitati a ridurre il debito della finanza climatica per i paesi in via di sviluppo
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Nazioni ricche invitati a ridurre il debito della finanza climatica per i paesi in via di sviluppo
Indice
Wealthy Nations Urged to Curb Climate Finance Debt For Developing Countries
Le nazioni più ricche sono state invitate a ridurre il debito legato alla finanza climatica per i paesi in via di sviluppo. La finanza climatica internazionale è diminuita notevolmente negli ultimi anni, lasciando miliardi di persone in paesi in via di sviluppo sempre più vulnerabili ai disastri naturali e incapaci di adattarsi efficacemente.
Un nuovo rapporto di Oxfam e CARE Climate Justice Center, Climate Finance Shadow Report 2025: Analyzing Progress on Climate Finance Under the Paris Agreement, evidenzia le significative lacune nella finanza climatica per i paesi in via di sviluppo nel Sud del mondo e le ampie implicazioni per la resilienza climatica e la preparazione globale.

Il rapporto rivela che i paesi in via di sviluppo stanno pagando somme sproporzionatamente elevate ai paesi ricchi in cambio di prestiti di finanza climatica relativamente modesti, spendendo circa sette dollari per ogni cinque dollari che ricevono in cambio. Ciò, unito ai “tagli più feroci alla cooperazione internazionale dal 1960”, mostra un calo del 9% nella finanza climatica nel 2024, che si prevede scenderà ulteriormente del 9-17% nel 2025.
Secondo il rapporto, i paesi sviluppati hanno promesso circa 116 miliardi di dollari in finanziamenti climatici per i paesi in via di sviluppo, ma la somma effettivamente erogata è inferiore a un terzo di quanto promesso, stimata in soli 28-35 miliardi di dollari. Quasi il 70% di questo finanziamento è arrivato sotto forma di prestiti, spesso emessi a tassi di interesse standard senza concessioni.
I paesi in via di sviluppo sono indebitati per circa 3.300 miliardi di dollari. Nel 2022, i paesi in via di sviluppo hanno ricevuto circa 62 miliardi di dollari in prestiti climatici, che si prevede produrranno oltre 88 miliardi di dollari per i paesi ricchi, generando un profitto del 42% per i creditori.
Approfondimento
La questione della finanza climatica è diventata sempre più urgente in seguito alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30), che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre. La conferenza si concentrerà sulla strategia per rafforzare la cooperazione globale, promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile e accelerare gli sforzi per affrontare la crisi climatica.
Secondo l’UNEP, ci sarà un focus importante sull’allocazione di fondi pubblici per gli sforzi di mitigazione e adattamento nei paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di mobilitare almeno 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per i paesi in via di sviluppo e 1,3 trilioni di dollari all’anno nel stesso periodo.
Possibili Conseguenze
Le conseguenze della mancanza di finanza climatica per i paesi in via di sviluppo potrebbero essere devastanti. I paesi più vulnerabili ai disastri naturali potrebbero trovarsi con poche risorse per adattarsi e rispondere agli eventi estremi, portando a perdite di vite umane, danni alle infrastrutture e impatti negativi sull’economia.
Inoltre, la mancanza di finanza climatica potrebbe esacerbare le disuguaglianze esistenti tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo, perpetuando il ciclo di povertà e vulnerabilità.
Opinione
È fondamentale che i paesi ricchi onorino i loro impegni di finanza climatica e forniscono ai paesi in via di sviluppo i fondi necessari per affrontare la crisi climatica. Ciò richiederà un impegno significativo per aumentare la finanza climatica e garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficace e trasparente.
Analisi Critica dei Fatti
L’analisi dei fatti rivela che la mancanza di finanza climatica per i paesi in via di sviluppo è un problema complesso e multifattoriale. I paesi ricchi hanno un ruolo importante da svolgere nel fornire ai paesi in via di sviluppo i fondi necessari per affrontare la crisi climatica, ma è anche fondamentale che i paesi in via di sviluppo siano coinvolti nel processo decisionale e che i fondi siano utilizzati in modo efficace e trasparente.
Relazioni con altri fatti
La questione della finanza climatica è strettamente legata ad altre questioni globali, come la povertà, la disuguaglianza e lo sviluppo sostenibile. È fondamentale che i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo lavorino insieme per affrontare queste questioni e garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficace e trasparente.
Leggi anche: Climate Finance Shadow Report 2025: Analyzing Progress on Climate Finance Under the Paris Agreement
Contesto storico e origini della notizia
La questione della finanza climatica ha una lunga storia e affonda le sue radici nella conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 1992. Da allora, i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo hanno lavorato insieme per affrontare la crisi climatica, ma i progressi sono stati lenti e la mancanza di finanza climatica rimane un problema significativo.
Leggi anche: UN Climate Change Conference (COP26) Postponed to 2021 Due to COVID-19 Pandemic
— rielaborazione a cura di Italfaber.
Metodo di rielaborazione basato su: principi di semplicità del buon senso comune, chiarezza, imparzialità, sobrietà e responsabilità giornalistica, come indicato nelle linee guida editoriali di Italfaber.
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